lunedì 26 febbraio 2007

Sanremo, i canzonati siamo noi

Quatta quatta, mentre mezza Italia scotennava Rossi e Turigliatto, una circolare del ministro per le Riforme Luigi Nicolais ha eliminato il tetto ai compensi per i presentatori Rai, nel caso specifico quelli del festival di Sanremo, Pippo Baudo e Michelle Hunziker.

Apprezziamo la sensibilità del ministro, che per sostenere uno straccione meridionale e una povera immigrata con prole ha annullato il limite di 272.000 euro stabilito dalla Finanziaria del suo stesso governo.

Con uno slancio di umanità Nicolais ha calcolato che dividendo 272.000 per il numero dei cantanti, i 20 big, si otteneva 13.600 euro e giustamente ha pensato che per dire “Ecco a voi Dj Francesco!” ce ne volevano molti di più.

Conscio del suo ruolo pubblico ha anche interpretato i sentimenti degli abbonati Rai, devolvendo i loro soldi alla causa dell’anziano Geppetto siciliano e della piccola fiammiferaia svizzera.

Il ministro, che è un mecenate ma è anche un dritto, ha spiegato che il tetto dei 272.000 euro andava eliminato per consentire alla Rai di misurarsi adeguatamente con il mercato e quindi di non trovarsi in svantaggio rispetto alle retribuzioni delle altre tv nazionali.


Ha proprio ragione. Anche il tetto di idiozia dei programmi Rai è stato abolito da tempo, sicché ora non ha nulla da invidiare a quello di Mediaset. Che vinca il migliore!

venerdì 23 febbraio 2007

Elogio masochista dei comunisti

Vorrei che Tafazzi si recasse nelle sedi di Rifondazione e dei Comunisti Italiani per rendere omaggio agli allievi che hanno superato il maestro.

Con garbo e puntualità essi hanno svolto un eccellente lavoro sia nel 1998 che nel 2007. Bisogna lodare prima di tutto la pazienza: saper aspettare nove anni non è da tutti, ma i comunisti ci sono riusciti e hanno riproposto il loro numero con la stessa brillantezza degli anni ’90.

Poi va elogiato il loro senso del ritmo, il tempo teatrale che evidentemente posseggono come qualità innata. Ti fanno assaporare un governo disposto a cambiare le cose, ti fanno intravedere nuove conquiste sociali e sul più bello zac!, calano il sipario. È o non è pura genialità scenica che ti lascia una piacevole acquolina in bocca?

Il terzo pregio è la capacità di accontentarsi: con i comunisti scordatevi l’ingordigia del potere e l’attaccamento alla poltrona. Dopo cinque anni di lotta pazzesca a Berlusconi, dopo i girotondi e le primarie, dopo il mastodontico programma dell’Unione, a loro basta governare otto mesi. Un assaggio, un tocco di “classe” e voilà! Questo, cari amici elettori, è fair play politico, è democrazia dell’alternanza, è galateo istituzionale.

Un elogio anche al loro animo buono. Aizzano, inveiscono, si azzannano pure tra di loro, però non perdono mai l'indole da paciocconi. È per questo che dopo anni di lotte intestine Bertinotti e Diliberto si sono distribuiti i traditori esattamente uno per parte. Ma sì, facciamo fifty-fifty e non ne parliamo più! Anzi, torniamo sotto lo stesso tetto ché si risparmia sull’affitto.

Stessa cosa con gli Usa. Fanno i cattivoni ma in realtà non vedono l’ora di spalancare le porte a un nuovo governo che, qualunque esso sia, certamente sarà più accondiscendente con gli americani.

Certo a volte combinano qualche marachella, si fanno prendere dall’impulso giocoso e buttano giù un governo pensando ai Talebani e dimenticando il quadro d’insieme: le riforme economiche, le liberalizzazioni, il conflitto di interessi, la legge sulle tv, la lotta all’evasione e al terrorismo, la svaticanizzazione dello Stato, la politica dei redditi, la ripresa economica e così via.


Ma i comunisti non se la prendono più di tanto perché sanno bene di essere dei bravi guaglioni e che inspiegabilmente ci sarà sempre gente disposta a votarli pur di godersi il prossimo eccitante coup de théatre.

giovedì 22 febbraio 2007

L’addio strappalacrime del governo

Ieri mi è venuto da piangere. Anzi, a un certo punto ho proprio pianto.

Ovvio che me l’aspettavo, ma non così presto.

Più volte c’erano stati segnali che potesse accadere, ma per ora li ritenevo timori infondati.

E invece mi sono ritrovato stordito, con gli occhi gonfi e le lacrime che scendevano.

Allora ho preso un antistaminico, perché era l’unico modo per fermare la dannata allergia ai pollini che, complice il caldo fuori stagione, ieri mi ha colpito con largo anticipo.

Poi ho saputo delle dimissioni di Prodi e ho pensato a quello che il governo ci lasciava in eredità.

La prima cosa che mi è venuta in mente è stato l’indulto, e l’allergia si è trasformata in nausea.



P.S. E comunque io ho sempre detto che era più bravo Giorgetto Giugiaro.

martedì 20 febbraio 2007

La pipì dell'onorevole

Pierferdinando Casini ha proposto una legge antidoping per i parlamentari. Ognuno di loro dovrebbe sottoporsi a controlli periodici per dimostrare che non fa uso di droghe.

Dopo il verdetto delle urne, il verdetto delle urine.

venerdì 16 febbraio 2007

Par condicio terroristica

Reazione indignata della stampa di sinistra ai presunti attentati che le Brigate Rosse preparavano contro Libero, Mediaset, Sky e Il Foglio.

L’Unità, Il Manifesto, Liberazione e il Tg3 si sono appellati al presidente Napolitano affinché venga garantita la par condicio terroristica in modo che anch’essi possano divenire bersagli di formazioni estremiste di destra.

In un documento unitario le quattro testate deplorano l’intollerabile disparità di trattamento da parte delle organizzazioni sovversive, che non avrebbero pianificato alcun progetto distruttivo nei confronti della stampa schierata a sinistra.

Non accettiamo – ha tuonato il direttore dell’Unità, Antonio Padellaro – che i neonazisti ci ignorino malgrado le nostre faziose campagne contro la destra. Per 80 anni, da Gramsci a Travaglio, l'abbiamo massacrata in ogni modo, eppure adesso sono Feltri e Ferrara che, a parti invertite, si prendono tutto il merito e si godono il ritorno d’immagine.

Addirittura imbufalito Piero Sansonetti, direttore di Liberazione: cosa dobbiamo inventarci più? Il nome del nostro giornale basterebbe da solo a garantirci un attentato di matrice nera, siamo l’organo ufficiale di Rifondazione, il nostro ex direttore Diliberto dice che Berlusconi fa schifo, scriviamo articoli incazzati contro tutto ciò che è moderato e ‘sti rammolliti dei naziskin non ci tirano neanche una molotov? Ma che paese è questo!

Giustissimo - gli fa eco Gabriele Polo, direttore del Manifesto – ci facciamo un mazzo così per sputare su Forza Italia, An, Alessandra Mussolini, Forza Nuova e gli Usa, ogni giorno tiriamo fuori dal cilindro titoli che neanche Oscar Wilde e cosa ne ricaviamo? Vabbè, io mi porto addosso ‘sto cognome del cavolo, però ce la metto tutta per rinnegarlo.

Antonio Di Bella, direttore del Tg3, ha parlato al telefono con Romano Prodi invocando l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e alle minacce terroristiche. Ho detto al presidente del consiglio – spiega – che l’omissione di ricatti e l’assenza di piani terroristici a noi indirizzati svilisce il nostro spessore editoriale e politico. Se il governo non prenderà provvedimenti ricorrerò all’Antitrust per porre fine all’andamento a senso unico del mercato brigatista.

mercoledì 14 febbraio 2007

Donne, durudù, in cerca di guai

san valentino festa innamorati immagine tratta da http://formo.free.fr

Da oggi, guarda caso giorno di San Valentino, mi sentirò un po’ grullo quando andrò in un negozio d’abbigliamento e chiederò qualcosa di comodo, qualcosa che semplicemente si adatti alla conformazione del mio corpo.

Sono diventato improvvisamente un vecchio rottame dopo la ricerca del mensile Salute Naturale, secondo cui l’82% delle donne soffre piccoli o grandi malanni in nome del look.

Che ingenuo! Perché mai mi ostino a chiedere scarpe comode quando con un bel tacco e un modello stretto potrei soffrire di gonfiore alle gambe, calli, vesciche e alluce valgo?

Mi manca quel pizzico di autolesionismo femminile che servirebbe a rendermi più attraente. I loro abiti ultra-aderenti strangoleranno pure le arterie però esaltano le forme, meglio ancora se sono di tessuto sintetico o non traspirante. Mica un ragazzo sta lì a formalizzarsi di fronte a una ragazza zuppa di sudore!

Io stesso sono attratto dalla donna che si autoinfligge queste punizioni. La noto subito in mezzo alla massa: andatura traballante per le escoriazioni ai piedi, ghigno di dolore come solo il reggiseno con ferretto sa causare, pruriti sparsi procurati dai collant costrittivi, dermatite dovuta al contatto delle fibbie con la pelle e magliettina sottile a maniche corte, con annesso ombelico al vento, che prescinde dalla temperatura ambiente.

Ecco, io vorrei farmi trovare preparato a un incontro del genere, con un mal di schiena di origine calzaturiera, una reazione allergica scatenata da borchie e ferretti, una vistosa infezione da piercing, un soffocamento inguinale degno del più letale dei perizomi.

E me lo immagino questo incontro: lo sguardo acceso di lei, il mio corpo percorso da brividi, i movimenti nervosi di entrambi, il respiro ansimante, il batticuore. Ma non è l’emozione, il gioco seduttivo, la passione: sono i dannatissimi dolori multipli che otto donne su dieci si infliggono scientificamente al grido di “meglio agonizzante che fuori moda”. Sarà.

sabato 10 febbraio 2007

E se convivo con un animale?

E gli animali? No, dico: cani, gatti, uccellini, criceti e compagnia cantando. Esigo spiegazioni dal governo: perché la legge sulle unioni di fatto esclude la convivenza tra una persona e un animale domestico?

In Italia ci sono decine, forse centinaia di migliaia di coppie umano-animalifere unite da vincoli affettivi, che vivono insieme stabilmente senza godere di nessun diritto. Se il micio mi fa le fusa ogni santo giorno per tutta la vita perché non devo trasmettergli i miei beni, la mia pensione o consentirgli il subentro nell'affitto?

Individuata la linea del progresso, noi italiani riusciamo sempre a starne indietro. In America, come ci dice Usa Today, quasi la metà dei cani dorme sul letto insieme ai padroni. Sì, proprio in camera! E sempre negli Stati Uniti gli umani danno antidepressivi ai propri animali domestici quando questi hanno qualche problemuccio esistenziale. E se non basta li portano da uno strizzacervelli per quadrupedi che si prende la bellezza di 250 dollari a visita. Roba di lusso!

Invece da noi per quanto tempo ancora dovremo vedere cani e gatti privati dei loro più elementari diritti? Voglio dire, spesso si comportano meglio di un umano: danno affetto incondizionato, colmano la solitudine delle persone, ci proteggono dai ladri, imparano dai propri errori e davanti alla tv non pretendono mai il telecomando.

Quindi mi sarei aspettato le proteste della Lega nazionale per la difesa del cane invece della solita condanna della Chiesa, che prima di proclamare il "non possumus" poteva pure ricordarsi del presepe: Gesù tra il bue e l'asinello. Ovvero, un bebè coccolato da una coppia di fatto, per giunta animale!

lunedì 5 febbraio 2007

A proposito di stadi chiusi

Risse, striscioni infamanti, avversari visti come nemici, cori vergognosi, nessun rispetto per le regole, drogati e pregiudicati sugli spalti.

Cazzo, ma allora dobbiamo chiudere anche il Parlamento!

Roma ha fatto la stupida

Proverò a spiegare, tra il serio e il faceto, come Roma stia gettando la spugna in fatto di trasporto pubblico e privato. Chiunque viva nella Capitale sa che muoversi con i mezzi pubblici o mettersi alla guida di un’auto richiede un preventivo segno della croce perché davvero non puoi indovinare come e quando arriverai.

La costruzione della metropolitana B1 e della linea C, tuttora in corso, non nasconde la verità di fondo e cioè che la battaglia della mobilità è già stata persa e che si stanno cercando fantasiose soluzioni di ripiego. Come Keanu Reeves credeva di vivere in un mondo reale finché non ha preso la pillola rossa, così i romani si illudono di essere padroni dei propri spostamenti invece di prendere coscienza del loro Matrix.

Vi siete chiesti perché Roma ha una delle aree wi-fi più vaste del mondo? Visto che gli umani non riescono più a spostarsi se non a costo della salute, tanto vale dotarli di mezzi per comunicare e lavorare a distanza. Così, mentre sei ingoiato dal traffico in qualche strada del centro, apri il tuo pc portatile e intanto che arrivi puoi portarti avanti col lavoro. Questo è il Matrix Business.

Con lo stesso ragionamento, non riuscendo a districare il quotidiano ammasso di lamiere, Roma s’è inventata una radio per confortare chi passa la vita negli ingorghi (Dimensione Suono 2 anti-traffico). Musica di Fabio Concato al posto di nuove strade e parcheggi. Questo è il Matrix Pentagramma.

L’esperimento deve essere piaciuto perché è stato replicato con Roma Radio, The Tube Station (sic!), una radio che diffonde musica e notizie sulle banchine della metropolitana. Ora, in un metrò efficiente una radio non avrebbe senso perché i treni passano con una tale frequenza che non ti danno il tempo di ascoltare alcunché. A Roma no: preso atto che il passaggio dei treni è legato alle fasi lunari, tanto vale elargire un po’ di musica ai derelitti che aspettano per vagonate di minuti. Matrix Subway.

Suggerisco quindi di estendere l’idea anche ad altri campi. Che so, la sanità. Mettere un tavolo da biliardo davanti allo sportello prenotazione analisi sarebbe un bel passo in avanti. E per tutti i giovani che cercano invano un lavoro, ecco in omaggio una confezione di antidepressivi ogni tre colloqui andati male. Matrix Mutua.


A differenza della trilogia cinematografica, temo che in questo caso l’Eletto, Walter Veltroni, nulla possa di fronte all’avanzata della Matrice. A meno che non usi il telefono del suo libro per chiamare l’operatore…

giovedì 1 febbraio 2007

Silvio, Veronica, la Sinistra e i disegni di legge

  • L'unione scoppia di fatto
  • Il trattamento di fine rapporto va destinato ai giornali
  • Ancora problemi di cuore. Silvio fa causa alla clinica americana