lunedì 30 luglio 2007

L'onorevole ha fatto Centro con una squillo

Non volevo parlare della notte brava dell'onorevole Cosimo Mele (Udc), il quale esercitava il suo mandato parlamentare con una o due squillo in un hotel di Via Veneto a Roma.

Però le notizie che arrivano dalle agenzie sono realmente stupefacenti. Dice il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa: "Si parla tanto di costi della politica, ma al parlamentare bisognerebbe dare di più e consentire il ricongiungimento familiare. Perché i parlamentari che vivono fuori dalle loro città hanno una vita abbastanza dura''.

Per Cesa sarebbe quindi opportuno valutare l'ipotesi di un ricongiungimento familiare dando più soldi a deputati e senatori per poter permettere il trasferimento delle loro famiglie a Roma.

L'oscenità di questo commento è ben superiore alla consapevolezza che i nostri soldi vanno davvero a puttane.

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giovedì 26 luglio 2007

Chiamiamoli pirlomani

Mi brucia molto che qualche piromane, anzi pirlomane, distrugga ettari di bosco per vile tornaconto personale.

Mi brucia che altri pirlomani diano fuoco ai campeggi che non hanno pagato il pizzo.

E mi brucia da morire che siano gli stessi forestali stagionali ad appiccare il fuoco in modo da garantirsi un lavoro più duraturo, ad esempio con il rimboschimento.

Più di tutto, però, mi brucia che dopo la tragedia di Peschici non potremo più scherzare con gli amici dicendo che ci siamo ustionati in spiaggia.
emergenza incendi dolosi bertolaso piromane canadair puglia
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lunedì 23 luglio 2007

I preti e i bambinelli

Com'è noto, la Chiesa cattolica, tramite l'arcidiocesi di Los Angeles, ha accettato di pagare la mostruosa cifra di 660 milioni di dollari per gli abusi sessuali compiuti dai preti pedofili.

Considerando gli altri 114 milioni promessi dalla Chiesa di Los Angeles in accordi precedenti, il totale è 774 milioni di dollari. Senza dimenticare gli indennizzi precedenti: 157 milioni di Boston e 129 milioni di Portland.

Nel complesso le azioni legali per gli abusi sessuali del clero sono già costati alla Chiesa cattolica americana la cifra astronomica di 1,5 miliardi di dollari.

E poi dicono che l'8 per mille non serve a niente.
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mercoledì 18 luglio 2007

Le dimissioni farlocche: nuova frontiera del cabaret

Un irresistibile numero cabarettistico sta dilagando nella politica italiana: le dimissioni farlocche. Da sempre adoperate in chiave strumentale e quasi mai messe in pratica, le dimissioni stanno diventando come la macarena negli anni passati: tutti vogliono cimentarsi per vedere l’effetto che fa.

La vis comico-drammatica più dirompente appartiene al momento a Gustavo Selva, che ieri a Palazzo Madama ha annunciato con un intervento shakespeariano il ritiro delle sue dimissioni da senatore. Tralasciando il numero da avanspettacolo per il quale lui stesso le aveva presentate, soffermiamoci sul perché le ha ritirate.

Ha detto, Selva, che tanti cittadini gli chiedono di restare. Di grazia, chi sono questi cittadini e cosa vuol dire “tanti”? Quindici, ottanta, seicento? Sa, il senatore Selva, che ce ne sarebbero milioni (forse anche del Polo) che invece pretenderebbero il suo allontanamento?

Inoltre, udite udite, pare che Selva non si dimetta per il bene dei colleghi senatori. Ohibò, quale sarà mai il senso di questa fine teoria? Presto detto: se lui conferma le dimissioni e l’aula le respinge, i senatori verranno tacciati di essere una casta intoccabile che si autoprotegge in barba ad ogni decenza. Sopraffino! È oltre il cabaret, è puro show surrealista.

La sostanza è che le dimissioni di Selva farebbero subentrare il veneto Paolo Danieli, che è in rotta con An e potrebbe schierarsi col centrosinistra.

Ma anche nel luccicante mondo del café chantant vige la par condicio, per cui citerò non Emma Bonino, che non ha la stoffa dell’attrice, bensì una senatrice dell’Unione che recita da una vita e che non poteva che sprigionare la sua bravura.

Franca Rame (Italia dei Valori), prima della votazione sulla missione in Afghanistan, dichiarò che avrebbe votato a favore, annunciando contemporaneamente le sue dimissioni immediate, dicasi immediate, in quanto non poteva più continuare a votare contro coscienza. Mi spiace per Dario Fo, ma dopo questa performance il Nobel se lo meritava lei.


Infine Francesco Cossiga, tanto per non scordarci dei senatori a vita. Per ben due volte, in passato, ha declamato con fragore le sue dimissioni irrevocabili, dicasi irrevocabili. Mi risulta che sieda ancora a Palazzo Madama, invece di duettare con Albertazzi, come meriterebbe.


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lunedì 16 luglio 2007

Precari e disoccupati: “I veri usurati siamo noi!”

Uno tsunami si abbatte sulla riforma delle pensioni. Proprio mentre governo e sindacati sono a un passo dall’accordo sui lavori usuranti, è venuto fuori che il lavoro più usurante di tutti è quello di disoccupato e di precario e quindi a loro non va aumentata l’età pensionabile.

Apriti cielo. L’esercito di pezzi grossi riuniti attorno al tavolo è piombato nel panico: “Ma come, dobbiamo mandare tutto a monte per quegli incapaci che ancora non si sono trovati un lavoro? Che diamine di paradosso è questo: far andare prima in pensione gente che neanche versa uno straccio di contributo!”.

Ma la miccia ha fatto esplodere la rivolta dei disoccupati e dei precari. “Altro che catena di montaggio – urla un laureato di 34 anni – qua ci tocca mandare curriculum senza sosta, compilare moduli on line, sobbalzare a ogni telefonata nella speranza che arrivi la convocazione a un colloquio. Non so se è usurante più a livello fisico o psicologico”.

Ancora più esplicita una giovane mamma a cui non hanno rinnovato il contratto a tempo determinato: “Dicono che i lavori usuranti sono quelli organizzati su turni, beh io di turni ne faccio almeno tre al giorno, uno per rispondere invano a umilianti annunci di lavoro, uno per tirare avanti con qualche lezione privata di matematica e un altro per badare al mio bambino. E buonanotte al mutuo e alla vacanza che avrei voluto fare in estate”.

“Io mi sono usurato a furia di frequentare master e corsi di specializzazione”, sbotta un altro laureato. “Ho fatto inglese, marketing e pacchetto Office, mi manca solo un corso avanzato di giardinaggio e poi divento onnisciente. Eppure neanche un’azienda che si degni di chiamarmi. Sapete cosa volevano insegnarmi nell’ultima lezione? La gestione efficace del tempo. Puah! Efficace de che? Andare a Palazzo Chigi e suonargliele di santa ragione sarebbe sì un utilizzo efficace del mio tempo!”.

“Dopo un diploma con il massimo dei voti ho scelto di puntare subito sui concorsi pubblici”, racconta amaramente un venticinquenne. “Dico, avete idea di cosa può essere un concorso pubblico? Mesi e mesi di studio, test preliminari, prove scritte e orali, centinaia di euro che vanno via per trasferte e alberghi, senza contare gli estenuanti rinvii rispetto al calendario ufficiale delle prove. Ci puoi passare anni dietro a un concorso per poi scoprire che non sei tra gli idonei”.


L’ultimo grido è di due ragazze che vanno avanti con contratti interinali di tre mesi. “Più che usurate ci sentiamo usurpate: lavoriamo fino a tardi ogni santo giorno per mille euro e qualcosa, sempre con l’incubo della scadenza. Dobbiamo subire disagi e mortificazioni senza fiatare, altrimenti ci giochiamo il rinnovo del contratto. E nel frattempo ci facciamo in quattro per cercare di nascosto un lavoro stabile da un’altra parte”.
abolizione scalone ministro damiano ferrero maroni sinistra radicale riformisti legge biagi lavoro a progetto co.co.co.
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giovedì 12 luglio 2007

Su Previti si accettano scommesse

Da oltre un anno contro Cesare Previti è stata pronunciata una sentenza definitiva di condanna penale per corruzione in atti giudiziari.

La sentenza ha comportato la sua interdizione perpetua dai pubblici uffici e la cancellazione dalle liste elettorali. Quindi non può neanche votare.

Eppure è ancora a tutti gli effetti deputato, gode dei conseguenti benefici e privilegi e soprattutto si avvantaggia della viltà di molti suoi colleghi.

Da oltre un anno è in carica il governo Prodi, che è già inciampato una volta.

Domanda: chi andrà prima a casa una volta per tutte, Previti o Prodi? Cioè, i parlamentari troveranno il tempo e il sacrosanto coraggio per destituire Previti da “onorevole” prima di impegnarsi a destituire il governo?

Malgrado la Giunta per le elezioni della Camera abbia approvato la proposta di decadenza, il buon Cesare appare meno pericolante del governo.

Diciamo che è una bella gara. Voi cosa scommettete?

imi-sir imi sir
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martedì 10 luglio 2007

Fiat: la carica delle 500

Ragazzi, qua bisogna correre dal concessionario. Dobbiamo liberarci del nostro vecchiume e diventare improvvisamente fighi comprando un’auto che offre 549.000 possibili personalizzazioni.

È ora di passare una pennellata glamour sulle miserie italiche, guidando una macchina che viene venduta nei seguenti colori:

Bianco bianco
Blu m’ama non m’ama
Grigio perbene
Blu impeccabile
Nero provocatore
Verde libero e bello
Arancio gustoso
Azzurro cuor leggero
Rosso sfrontato
Giallo birichino
Grigio galante
Bianco gioioso

Possiamo essere finalmente orgogliosi della tecnologia italiana grazie a un’auto dotata di un diffusore che, in base all’umore del guidatore, sprigiona i seguenti aromi: Agrumata estate, Essenza della notte, Respiro libero.


E inchiniamoci alla fantasia del suo sito web, dove sei accolto da uno spaziale Video Configurator invece dei soliti banalissimi dati sui consumi, il prezzo, la sicurezza ecc.
marchionne montezemolo presentazione nuova fiat 500
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mercoledì 4 luglio 2007

L'orgoglio e la rabbia

In preda ad un divertito sbigottimento devo ancora parlare di Second Life perché apprendo che il 18 luglio si terrà a Montale (Pistoia) il primo Second Life Pride. L'evento è definito "il primo raduno italiano, ma anche il primo in tutto il mondo, degli avatar di SL". Mica pizza e fichi, c'è anche una pomposa scheda di adesione.

Aiuto. L'orgoglio imperversa, straripa, risucchia tutto. Sembra che non si possa più coltivare una passione senza farne un "pride" pubblico. Persino le aberrazioni come la pedofilia hanno la loro giornata in calendario. Mi stupisce che ancora non esista il Paris Hilton Pride, per gli sfegatati dell'ereditiera. E fin qui l'orgoglio.

Poi c'è la rabbia, che è tutta mia, perché vedo gente mobilitarsi per cose stupendamente vacue, salvo poi tirarsi indietro di fronte agli appuntamenti che hanno uno spessore civile e che forse sono in grado di incidere sulla nostra first life.

Il referendum sulla legge elettorale, tanto per dire. Spero che anche gli appassionati di Second Life, prima di autocelebrarsi il 18, non si scordino del mondo in cui vivono e mettano una firma a sostegno dei quesiti. Io firmo oggi a Roma.


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