venerdì 31 maggio 2013

Letta tagliatore. Sì, di teste! In subbuglio i 180 dipendenti del PD dopo la pseudo-abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Poi il sollievo: "Il PD è un guazzabuglio, mica un partito!"


Cento di questi giorni

Sembrava che Enrico Letta fosse diventato il boia del Partito democratico. Cancellare i rimborsi ai partiti e sostituirli con un sistema di finanziamento basato sulle contribuzioni volontarie significava mandare per strada quasi 200 dipendenti del PD.

Apriti cielo: in un colpo solo crei 180 disoccupati e calpesti i pochi italiani che hanno ancora un motivo per votare i Dem. Cassa integrazione, contratti di solidarietà, lo spettro del licenziamento: gli stipendiati democratici sudavano freddo e già stavano scegliendo il tetto più bello di Roma, tipo roof garden extralusso con piscina e lunch buffet, per accamparsi lassù in segno di protesta.

Poi l'illuminazione! Ma cosa cacchio c'entra il PD con i partiti? Mica il Consiglio dei ministri ha abolito il finanziamento pubblico ai Guazzabugli o alle Accozzaglie?

E allora dorma sonni tranquilli la forza lavoro del Partito democratico. L'obiettivo così tenacemente perseguito in questi anni, cioè trasformare il PD in un organismo informe senza capo né coda, era in realtà una grandiosa strategia per schivare la mannaia della legge.

Onore e merito alla lungimirante vision dei suoi dirigenti.

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mercoledì 29 maggio 2013

Tutti gli altri ne han 31. No, solo lei! Con i suoi voti alle comunali Cicciolina diventa decisiva per la corsa a sindaco di Roma. Marino e Alemanno si lanciano alla conquista della ex pornostar.

Cchiù PLI per tutti

È caccia ai 31 romani che al primo turno delle amministrative hanno votato Cicciolina.

Ignazio Marino e Gianni Alemanno, dietro le profferte di facciata agli elettori di De Vito e Marchini, in realtà puntano a vincere il ballottaggio conquistando la granitica base di aficionados che ha sostenuto Ilona Staller.

Chi sono questi imperituri cicciolini e dove si annidano? Vogliono mandare i politici a casa o nelle case chiuse? Pensano che gli incontri in streaming siano una pratica sessuale? Per loro la trasparenza è quella degli abiti osé? Sono favorevoli all'IMU, credendo sia l'acronimo di "Intanto Montiamone Una", e non parliamo certo di cucine Ikea?

Sicuramente il loro non è un voto di castità.

Ora tutti pendono dalle labbra di Cicciolina. Con chi si schiererà, per chi farà l'endorsement?

Non resta che battere. L'astensionismo.

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martedì 28 maggio 2013

Cade il birillo Grillo. Dopo le amministrative il popolo dei 5 Stelle in Movimento verso l'oblio. Beppe è diventato l'inceneritore di se stesso. Ora basta con la Rete, tutti in tv con il mago Otelma!

Adesso dovrà indossarlo per la vergogna

Beppe Grillo sta per chiudere il blog. A casa ha già disdetto il contratto per l'Adsl, con gran disappunto dei suoi figli, che almeno su Facebook volevano andarci.

Ormai è deciso, se la Rete serve a dimezzare i voti (in attesa di dimezzare le buste paga degli onorevoli grillini), allora si torna all'antico: volantino selvaggio, porta a porta che neanche Geova in persona, braciolate con i militanti e talk show a rotta di collo, fosse anche un faccia a faccia con il mago Otelma.

Adesso l'ex comico come glielo dice a Casaleggio che un mese fa i 5 Stelle avevano in pugno il governo, il Quirinale, il Paese e adesso sono in Movimento verso l'oblio?

È il destino beffardo di chi non voleva gli inceneritori e alla fine ci sta finendo dentro.

La parola d'ordine era: zero alleanze, zero compromessi, zero concessioni. Di fatto siamo a zero leggi, zero umiltà e presto zero voti.

Mannaggia lo streaming, mannaggia. Sta mania della trasparenza sta portando all'evanescenza. E le quirinarie on line? La Gabanelli ha ringraziato facendo una bella puntata di Report sui pentastellati. Per cui, se tanto mi dà tanto, Rodotà è in procinto di intentare una mega causa al M5S per risarcimento danni.

Grillo sta rovistando nell'armadio per trovare il suo celebre giubbotto da alieno, quello che copre anche la faccia. Stavolta serve davvero per non farsi vedere in giro.

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mercoledì 15 maggio 2013

È lungo più di un metro e si piega in sei! La sudata i romani non se la faranno al mare ma al seggio per maneggiare il maxi lenzuolo elettorale.

Uno dei due è candidato sindaco

Allarme elezioni a Roma. Con 19 candidati a sindaco e 40 liste la scheda elettorale per il Campidoglio s’è ingrossata fino a diventare un lenzuolo lungo 1 metro e 20 centimetri, cioè quasi l’altezza di Alemanno.

Si preparino i romani alle contorsioni dentro la cabina elettorale per addomesticare un mostro cartaceo che sarebbe più utile per apparecchiare un pic-nic o per coprirsi durante il pisolino pomeridiano.

Sei facciate da ripiegare correttamente saranno un osso duro anche per i geni che riescono a fare per intero il cubo di Rubik e già prevediamo le imprecazioni di chi si troverà intrappolato in questo rompicapo manuale invece di godersi una mattinata al mare. Poi nessuno si lamenti se cresce l’astensionismo!

Ma soprattutto, come faranno gli elettori a maneggiare la scheda con una sola mano, visto che con l’altra dovranno turarsi il naso?

Intanto conviene iniziare a orientarsi, per capire dove saranno i simboli sulle schede. Ecco l’ordine numerico sorteggiato:

1) Edoardo De Blasio. 2) Sandro Medici. 3) Armando Mantuano. 4) Alfonso Luigi Marra. 5) Valerio De Masi. 6) Stefano Tersigni. 7) Alessandro Bianchi . 8) Gerardo Valentini. 9) Luca Romagnoli. 10) Fabrizio Verduchi. 11) Giovanni Alemanno. 12) Matteo Corsini. 13) Angelo Novellino. 14) Marcello De Vito. 15) Giovanni Palladino. 16) Ignazio Marino. 17) Gianguido Saletnich. 18) Alfio Marchini. 19) Simone Di Stefano.

martedì 14 maggio 2013

Rifugiatevi pure nella toilette, politici infingardi! Non sfuggirete agli elettori che vi inseguono in strada impugnando i forconi del terzo millennio: Costituzione e Codice Penale.

Un'arma batteriologica: la copia originale della Costituzione

È un'escalation. Dopo la sparatoria di Preiti e le picconate di Kabobo, la rabbia dei cittadini sta esplodendo nelle forme più imprevedibili.

Stavolta l'attacco prende di mira direttamente la Casta: in diverse città d'Italia si registrano agguati ai politici a suon di Costituzione, Codice Civile e Codice Penale.

Proprio così, gruppi organizzati di elettori accerchiano i politici per strada e li colpiscono con l'arma per loro più letale: la pacifica lettura delle leggi fondamentali dello Stato e delle norme che regolano il funzionamento della società. Per i nostri governanti è scattato il terrore.

Davanti a Palazzo Chigi un ministro è stato rincorso da una scolaresca che recitava a memoria la parte del codice penale sui delitti contro la pubblica amministrazione.

A Roma un deputato si è rinchiuso nella toilette di un bar per sfuggire a una famiglia che brandiva pericolosamente i Diritti fondamentali del consumatore.

A Milano un'ambulanza ha dovuto soccorrere un consigliere comunale colpito da malore dopo aver aperto una busta sospetta: dentro c'era una copia rilegata della Costituzione.

lunedì 13 maggio 2013

Epifani eletto segretario perché ha la patente nautica per traghettare il PD. Sì, verso l'abisso! Tanto valeva nominare capitan Schettino.

Una recente immagine del Partito Democratico

Piange e si dispera, Francesco Schettino, perché se si doveva traghettare il Partito Democratico verso il naufragio, il posto di segretario spettava a lui, che di spiaggiamento di pachidermi è il re assoluto.

No, caro Schettino, l'assemblea del PD cercava un vero professionista. Tu hai il difetto di lasciare il lavoro a metà, perché fai schiantare una signora nave come la Costa Concordia, ma poi la lasci lì a galleggiare.

Il PD, invece, punta all'inabissamento completo e ha fatto una severa selezione di candidati per nominare segretario un ex leader Cgil che, tanto per dire, si è laureato in Filosofia con una tesi sull'anarchica e rivoluzionaria russa Anna Kuliscioff.

Si preparino i palombari per il recupero del relitto.

venerdì 10 maggio 2013

Dopo Mentana che lascia Twitter per i troppi insulti, anche Giuliano Ferrara potrebbe mollare, ma perché ne riceve pochi!

Scoop uccellesco! Stai a vedere che @ferrarailgrasso rischia di svolazzare via (ossimoro!) da Twitter causa scarsità di offese, delle quali è un ottimo incassatore e, se vuole, un sublime emettitore.

Chicco Mentana, non riuscendo più a surfare sulle invettive, ha abdicato:




Invece il dio Elefante con gli insulti ci si sollazza, se no che diamine cinguetta a fare? Del resto le sue ultime sortite su Andreotti e mafia qualche saporito battibecco glielo hanno procurato.

Stipendio stupendo! Guarda come ti arrivo a fine mese: una bella busta paga grillina a dimostrazione che il vaffa rende eccome.

Lo stipendio della deputata Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle. L'ha pubblicato lei stessa sul suo blog: osservare bene, prego, le diverse voci e soprattutto il confortante netto mensile. La parlamentare ha fatto anche una promessa. La trovate più in basso, dopo aver spulciato la busta paga.




Roberta Lombardi ha garantito le seguenti sforbiciate alla sua retribuzione: 

Indennità parlamentare: rinuncio alla differenza con i 5000 euro lordi (5.435 euro). La differenza verrà restituita. 
Diaria: documentazione di tutte le spese a piè di lista, anziché il forfait di 3500 euro previsto. Quanto non documentato verrà restituito. 
Rimborso spese per esercizio del mandato (ovvero cosiddetti portaborse e consulenze): intera documentazione spese anziché il 50% come previsto. Quanto eventualmente non speso, verrà restituito. 
Spese trasporto e viaggio: rinuncio ai rimborsi taxi pari a 3323,70 euro netti liquidati trimestralmente. 
Spese telefoniche: rinuncio a 3100 euro circa su base annua. 
Assistenza sanitaria: non è possibile rinunciarvi. 
Indennità fine mandato (in busta paga indicato come Fondo Solidarietà): non è possibile rinunciarvi. Ma lo restituirò a fine mandato.

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