martedì 30 settembre 2008

Siamo tutti autistici

Ha fatto il giro del web la discriminazione subita da un bambino autistico al Carrefour di Assago. Sua madre, per averlo difeso dalle umiliazioni, si è sentita rimproverare da un'addetta: "Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente!". Cara ottusa commessa, sono ben altre le cose che non andrebbero "portate".

I criminali non andrebbero liberati con l'indulto e portati in mezzo alla gente.

Il maxi evasore Valentino Rossi non andrebbe portato in trionfo.

Luca Giurato non andrebbe portato in tv.

Un malato terminale che implora di morire non andrebbe portato in ospedale.

La Smart For Four non andrebbe portata in giro.

I cibi malsani di qualche multinazionale non andrebbero portati in tavola.

Calderoli non andrebbe portato in Consiglio dei ministri.

Una lavatrice da buttare non andrebbe portata nel bosco.

Geronzi non andrebbe portato ai vertici della finanza italiana.

Il tronista Costantino non andrebbe portato ad esempio di uomo attraente.

La Gregoraci non andrebbe portata all'altare.

Certe commesse, quelle sì, andrebbero portate fuori dalla loro ignoranza.
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venerdì 26 settembre 2008

Nomen omen

Il nuovo segretario generale della Cei si chiama Mariano Crociata.

Il capo della polizia si chiama Antonio Manganelli.

Occhio, ché Alberto Tomba ce lo ritroviamo primario di neonatologia.
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mercoledì 17 settembre 2008

L'orgoglio di essere alitaliani

È che in fondo noi italiani siamo dei teneroni. Da noi le aziende mica fanno la fine di quelle americane, che quando falliscono falliscono. Abbiamo un'anima. Se l'Alitalia è putrefatta e perde 2,3 milioni di euro al giorno, ci sveniamo per tenere in vita il marciume industriale, politico e sindacale, anche se costa 100 euro a ogni cittadino, neonati compresi. È come se l'avessimo portata all'altare: in ricchezza e povertà, in salute e malattia, finché morte non ci separi.

No, cari Lehman Brothers sparsi per il mondo, solo i puri di cuore riescono a donare miliardi di euro a un'azienda bollita, costosa e inefficiente senza riuscire a risanarla, in più premiando con buonuscite faraoniche i manager che l'hanno affossata. Voi barbari licenziate dall'oggi al domani, noi su 17.000 dipendenti alitaliani ne sacrifichiamo al massimo 3.250, dandogli l'80% dello stipendio per i prossimi 8 anni senza che essi muovano un dito per lavorare. Il vostro rozzo egoismo, senza cultura e senza storia, neanche può concepirlo questo slancio di generosità. 

Mai saremo come voi, spregevoli orchi a stelle e strisce, che agli impiegati di Lehman Brothers avete mandato una email con il seguente messaggio: "Da domani l’ufficio sarà chiuso, potete andare adesso a prendere le vostre cose". Roba da medioevo, ben descritta da Maurizio Molinari sulla "Stampa":

Nel primo pomeriggio di domenica è una email a materializzare il Black Sunday di Wall Street sui cellulari degli almeno diecimila newyorkesi impiegati di Lehman Brothers. Da quel momento l’edificio di 32 piani al 745 della Settima Avenue, a due passi da Times Square, si trasforma nel palcoscenico del crollo: i dipendenti arrivano con indosso pantaloncini e magliette da weekend per uscire con scatoloni, insegne, piante, computer portatili, agende, zaini, cestini e faldoni.

Diecimila lavoratori che passano la domenica pomeriggio a sbaraccare la scrivania. Così, puff! E vi ritenete pure un paese civile, dannatissimi americani! Qui da noi nessun impiegato trascorre la domenica a raccogliere le macerie del suo lavoro, anche perché è impegnato a ridurre in macerie un Eurostar. Imparate, yankees, imparate.

lunedì 15 settembre 2008

Le mignotte che nessuno vuol vedere

Il governo ha deciso che la prostituzione non potrà più essere esercitata per strada, nei parchi, in aperta campagna, insomma all’aperto. Pena il carcere.

Resta invece pienamente consentita quella negli alberghi di Via Veneto a Roma, soprattutto se a usufruirne è un parlamentare. 

Rimane ampiamente in voga anche la prostituzione – se preferite prostrazione - di molti politici italiani nei confronti del Vaticano, a cui essi svendono, per mero tornaconto elettorale, quel po’ di laicità che resta nello Stato. 

Si rafforza, visti gli ottimi risultati, l’abitudine a prostituirsi con i potenti per ottenere poltrone di governo

Intoccabile, come sempre, la prostituzione universitaria, quella praticata dalle studentesse a beneficio dei professori pur di passare l’esame o guadagnarsi una laurea facile.

Più che mai trendy la prostituzione dei transessuali, a patto che si rivolga esclusivamente a giovani esponenti di multinazionali automobilistiche. 

E nessuno se la prenderà col chirurgo che va a prostituirsi dal boss mafioso per ottenere la nomina a primario e curare gli interessi della malavita, più che i pazienti. 

Insomma, giammai si intraprenda una battaglia contro la vera prostituzione, quella che non si vede in strada ma fa marcire il paese. Una prostituzione che fa rima con putrefazione.