Eppure Enzo Biagi dovrebbe esprimere un minimo di gratitudine a Berlusconi. Scopriamo ora che l'editto bulgaro del 2002 con cui Silvio denunciava l'uso criminoso della tv pubblica era a fin di bene.
Per cinque anni ha evitato a Biagi la pena di andare in video con un filo tremolante di voce, le mani malferme, lo sguardo vitreo, l'articolazione mal riuscita delle parole, gli 87 anni che pesano come macigni.
E difatti ieri bastava seguire per pochi minuti Rotocalco Televisivo, il suo nuovo programma, per impietosirsi di fronte all'innaturale accanimento televisivo a cui lui stesso ha scelto di sottoporsi.
Qui non discutiamo dei contenuti, ma dell'apparenza. Biagi non parla, esala. Non muove il corpo, lo trascina. Non guarda la telecamera, la contempla. Persino il suo battito di ciglia è affaticato. E forse anche la mente gli si è stancata se è vero che ha chiesto all'ex magistrato Gherardo Colombo "La giustizia è uguale per tutti o per qualcuno è più uguale?".
Evidentemente si sentiva costretto a riprovarci, se non altro per l'orgoglio di non finire la carriera da esiliato. Auguri comunque, ma è più dignitoso leggerlo sul giornale che guardarlo in tv.rai tre enzo biagi michele santoro daniele luttazzi diktat berlusconi sofia
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8 commenti:
guarda che "La giustizia è uguale per tutti o per qualcuno è più uguale?" è un riferimento ad Animal Farm di Orwell...
sì, ma riproporre il concetto per la milionesima volta secondo me non aggiunge proprio nulla al valore di un'intervista
Io dico "grazie" che in televisione non ci vanno solo donne maggiorate e uomini palestrati ... ma anche qualcuno che per tutta la vita ha OSATO allenare la mente...
... e la vecchiaia non è una malattia da nascondere alla vista di una società acciecata dai lustrini...
... e preferisco chi fatica ad articolare le parole per gli anni che per altre "motivazioni"...
sana osservazione, ma non è questione di nascondere la vecchiaia, bensì di viverla in modo appropriato.
Mi sembra evidente che Biagi è stato forzatamente sospinto in questa nuova avventura dalla necessità - sua personale ma anche collettiva - di un pubblico risarcimento dopo un esilio di cinque anni.
Io avrei preferito vedergli fare un nobile passo indietro, come ad esempio ha fatto Ciampi quando ha rifiutato un altro settennato.
Personalmente la vedo anch'io così... però credo che, nel caso specifico, non si "occulti l'ennesima prova" del modo troppo personale di gestire la cosa pubblica...
è tornato per dire FORTE che ne ha DIRITTO.
Stimo Biagi per la sua grandezza di scrittore e giornalista. Ma mandarlo in onda alle 23,15 (se tutto va bene)mi fa sorgere il sospetto che le affermazioni dell'odierno post, non siano del tutto errate. Certamente l'ora rende un pessimo servizio allo Studioso.
Concordo! Comunque meglio Reporter.
Credo che tra i modi in cui si dimostra di avere dignità sia capire quando è il caso di farsi da parte. I nostri giovani governanti dimostrano di non sapere cosa sia... spero che Biagi non cada nello stesso errore... spero.
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