martedì 1 maggio 2007

Il 1° maggio e gli altri 364 giorni

La festa dei lavoratori è come la festa della donna: un giorno di osanna per entrambi, poi un anno intero a farsi il mazzo per guadagnarsi un contratto precario e un po’ di considerazione sociale.

Il retorico slogan del concerto di piazza San Giovanni era “L’Italia riparte dal lavoro”. Con un pizzico di ironia avrebbero potuto scrivere che il lavoratore non è un farmaco e quindi non va assunto con cautela.

E potevano pure dire che se esiste il licenziamento per giusta causa, è ora che esista anche l’assunzione per giusta causa.


La giusta causa di mettere a frutto interminabili anni di studi. La giusta causa di farsi una famiglia e accoglierla in una casa decente. La giusta causa di mettere in gioco le proprie capacità e di avere un regolare e dignitoso stipendio che se non ti rende proprio felice almeno ti aiuta ad essere sereno.
festa del lavoro collaborazione a progetto coordinata e continuativa legge biagi lavoro precario co.co.co
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5 commenti:

dottorTroy ha detto...

Il problema non è trovare un lavoro, quello te lo offrono tutti, il vero dramma è trovare chi ti paghi per il lavoro che svolgi...

Anonimo ha detto...

eppure c'è anche chi dà dei soldi per entrare in un'azienda come stagista nullapagato nel miraggio di ottenere dopo mesi una ambitissima collaborazione a progetto sottopagata.

Anonimo ha detto...

Non disperiamo!
Fra poco ci sarà il family day. Vedrete che il santo Vaticano lancerà una bella campagna di assunzioni( speriamo non in cielo).

Anonimo ha detto...

Parole illuminate. La precarietà è l'unica certezza oggigiorno.

Vietato Cliccare ha detto...

tock: e va a finire che pure in Paradiso i posti saranno a tempo determinato ;-)

STF: per molti precari l'unico vantaggio è non dover timbrare il cartellino. Vita da precario, vita senza orario. E senza soldi.