lunedì 16 luglio 2007

Precari e disoccupati: “I veri usurati siamo noi!”

Uno tsunami si abbatte sulla riforma delle pensioni. Proprio mentre governo e sindacati sono a un passo dall’accordo sui lavori usuranti, è venuto fuori che il lavoro più usurante di tutti è quello di disoccupato e di precario e quindi a loro non va aumentata l’età pensionabile.

Apriti cielo. L’esercito di pezzi grossi riuniti attorno al tavolo è piombato nel panico: “Ma come, dobbiamo mandare tutto a monte per quegli incapaci che ancora non si sono trovati un lavoro? Che diamine di paradosso è questo: far andare prima in pensione gente che neanche versa uno straccio di contributo!”.

Ma la miccia ha fatto esplodere la rivolta dei disoccupati e dei precari. “Altro che catena di montaggio – urla un laureato di 34 anni – qua ci tocca mandare curriculum senza sosta, compilare moduli on line, sobbalzare a ogni telefonata nella speranza che arrivi la convocazione a un colloquio. Non so se è usurante più a livello fisico o psicologico”.

Ancora più esplicita una giovane mamma a cui non hanno rinnovato il contratto a tempo determinato: “Dicono che i lavori usuranti sono quelli organizzati su turni, beh io di turni ne faccio almeno tre al giorno, uno per rispondere invano a umilianti annunci di lavoro, uno per tirare avanti con qualche lezione privata di matematica e un altro per badare al mio bambino. E buonanotte al mutuo e alla vacanza che avrei voluto fare in estate”.

“Io mi sono usurato a furia di frequentare master e corsi di specializzazione”, sbotta un altro laureato. “Ho fatto inglese, marketing e pacchetto Office, mi manca solo un corso avanzato di giardinaggio e poi divento onnisciente. Eppure neanche un’azienda che si degni di chiamarmi. Sapete cosa volevano insegnarmi nell’ultima lezione? La gestione efficace del tempo. Puah! Efficace de che? Andare a Palazzo Chigi e suonargliele di santa ragione sarebbe sì un utilizzo efficace del mio tempo!”.

“Dopo un diploma con il massimo dei voti ho scelto di puntare subito sui concorsi pubblici”, racconta amaramente un venticinquenne. “Dico, avete idea di cosa può essere un concorso pubblico? Mesi e mesi di studio, test preliminari, prove scritte e orali, centinaia di euro che vanno via per trasferte e alberghi, senza contare gli estenuanti rinvii rispetto al calendario ufficiale delle prove. Ci puoi passare anni dietro a un concorso per poi scoprire che non sei tra gli idonei”.


L’ultimo grido è di due ragazze che vanno avanti con contratti interinali di tre mesi. “Più che usurate ci sentiamo usurpate: lavoriamo fino a tardi ogni santo giorno per mille euro e qualcosa, sempre con l’incubo della scadenza. Dobbiamo subire disagi e mortificazioni senza fiatare, altrimenti ci giochiamo il rinnovo del contratto. E nel frattempo ci facciamo in quattro per cercare di nascosto un lavoro stabile da un’altra parte”.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Intanto si parla di scalini, scaloni, Wande Osiris ma come dici tu non si guarda ai precari, i veri usurati.
Che dire? Spero che finalmente anche Rifondazione torni a sincronizzarsi e la smetta di parlare di operai, quando ormai sono beati in confronto ai precari.

Anonimo ha detto...

purtroppo ci saranno gli sfruttati fino a quando i loro colleghi regolarmente assunti a tempo indeterminato ne approfitteranno per non fare il lavoro per cui sono pagati

una doppia ingiustizia per far quadrare i bilanci e tenere buoni i sindacati