giovedì 4 gennaio 2007

La pena di morte e la pena di vivere

Caro Marco Pannella, so che in questi giorni ti sei messo a digiuno (ma non solo tu) perché venga abolita la pena di morte. Ricordo bene che nelle settimane scorse predicavi affinché fosse abolita la pena di vivere e che trent'anni fa combattevi perché fosse abolita la pena di nascere.

Come al solito sei un furbacchione visto che dopo le abbuffate natalizie saremmo tutti capaci di digiunare. Però ti sono grato per queste battaglie e quindi voglio dire la mia sull'unico pezzo che manca. Tolta la nascita, la vita e la morte resta la fase di crescita dell'individuo.

Ebbene, Marco, ti propongo il digiuno più tosto di tutti, il digiuno per far abolire la pena di crescere nel precariato, nell'ambiente inquinato, nel perdonismo per i criminali. Per far abolire la pena di diventare grandi con l'idiozia degli irreality televisivi, con la vergogna dei prezzi delle case, con i campionati falsati e poi condonati, con la gente schiava della Chiesa e dei suoi dogmi ma figlia di mignotta nell'agire.

Ecco, è solo un elenco piccino che puoi prendere in considerazione. Stavolta dovrai superarti: mangia e bevi tanto, tantissimissimo fino a farti spuntare due gobbe di grasso come i cammelli perché poi dovrai scordarti il cibo per chissà quanto tempo. Ci stai?


5 commenti:

Anonimo ha detto...

...e Pannella certamente risponderà"
guagliò, 'ccà nisciuno è fesso"

Vietato Cliccare ha detto...

ovvio, perché la politica è pur sempre un magna-magna!

Anonimo ha detto...

Forte! Forte! Forte!

Anonimo ha detto...

anche per questo c'è chi ci sta già pensando... http://tv.repubblica.it/multimedia/home/518578?ref=hpmm

Anonimo ha detto...

purtroppo hai ragione, questa è una nuova frontiera piuttosto dura da accettare. A questo punto abbiamo drammaticamente coperto tutto il ciclo vitale.