mercoledì 27 dicembre 2006

Calendari radical shock

Ainett StephensDicono sempre la stessa cosa le giovincelle dello showbiz. Che il loro calendario è un prodotto artistico, un atto spiritoso, un gesto di emancipazione, un messaggio disinibito che accelera il progresso culturale, addirittura uno strumento di critica sociale.

Allora li ho guardati bene i calendari 2007. E finalmente ho compreso il loro valore di denuncia, la disperata ironia che li sottende, l'aspra invettiva che scagliano contro le brutture del mondo.

Come non scorgere tra i glutei di Eva Henger un'impietosa allusione al nostro vuoto interiore e come negare che i minacciosi capezzoli di Ainett Stephens esprimano la ferocia delle armi che insanguinano la Terra?

Il corpo di Sara Tommasi spiaccicato contro una parete richiama la brutalità di tutti i muri, da Berlino a quello israeliano in Medioriente.

Elisabetta Gregoraci seminuda e carponi sul bagnasciuga ci ammonisce a non dimenticare gli esseri umani alla deriva, sfortunati, sofferenti e abbandonati.

Victoria Silvstedt spogliata di ogni cosa ma con gli occhi bendati è un coraggioso atto di denuncia contro il maledetto burqa e contro l'annientamento fisico e sociale della donna.

Il dito in bocca di Antonella Mosetti ci sprona a combattere l'aridità d'animo dei cinici e degli egoisti.

Devo ammettere che con Maddalena Corvaglia ho faticato a cogliere il nesso allegorico con i drammi contemporanei. Poi mi è stato chiaro che le sue gambe aperte raffigurano la lacerante divaricazione tra l'Io introspettivo e la dimensione collettiva dell'esistenza.

3 commenti:

Unknown ha detto...

e di questo che dici?

ossequi

Vietato Cliccare ha detto...

dico che ora il regolamento del "Sei Nazioni" mi è più chiaro.

Anonimo ha detto...

Vorrei segnalare il calendario proposto da Beppe Grillo, niente show girls, e niente santi del giorno... ci sono i martiri del giorno, al loro posto!