Allora li ho guardati bene i calendari 2007. E finalmente ho compreso il loro valore di denuncia, la disperata ironia che li sottende, l'aspra invettiva che scagliano contro le brutture del mondo.
Come non scorgere tra i glutei di Eva Henger un'impietosa allusione al nostro vuoto interiore e come negare che i minacciosi capezzoli di Ainett Stephens esprimano la ferocia delle armi che insanguinano la Terra?
Il corpo di Sara Tommasi spiaccicato contro una parete richiama la brutalità di tutti i muri, da Berlino a quello israeliano in Medioriente.
Elisabetta Gregoraci seminuda e carponi sul bagnasciuga ci ammonisce a non dimenticare gli esseri umani alla deriva, sfortunati, sofferenti e abbandonati.
Victoria Silvstedt spogliata di ogni cosa ma con gli occhi bendati è un coraggioso atto di denuncia contro il maledetto burqa e contro l'annientamento fisico e sociale della donna.
Il dito in bocca di Antonella Mosetti ci sprona a combattere l'aridità d'animo dei cinici e degli egoisti.
Devo ammettere che con Maddalena Corvaglia ho faticato a cogliere il nesso allegorico con i drammi contemporanei. Poi mi è stato chiaro che le sue gambe aperte raffigurano la lacerante divaricazione tra l'Io introspettivo e la dimensione collettiva dell'esistenza.
3 commenti:
e di questo che dici?
ossequi
dico che ora il regolamento del "Sei Nazioni" mi è più chiaro.
Vorrei segnalare il calendario proposto da Beppe Grillo, niente show girls, e niente santi del giorno... ci sono i martiri del giorno, al loro posto!
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