I menu dei pranzi matrimoniali andrebbero studiati a fondo come inquietante forma di devianza del genere umano. Li metterei su una di quelle sonde spaziali che si lanciano nell’universo alla ricerca di un contatto con altre forme di vita. Vorrei proprio vederla una Cosa aliena che incrocia la nostra eroica navicella a qualche miliardo di anni luce e si fa un’opinione sull’Umanità attraverso i menu nuziali.
Forse ci compatirà per quei pranzi che iniziano alle due e finiscono all’ora di Marzullo e in cui, oltre al supplizio fisico, uno deve pure subire l’umiliante lessico dello chef di turno.
Cosa mai può indurre un Homo Sapiens a scrivere “bauletto di sogliola e salmone decorato con pepe rosa” oppure "vele di piovra su letto di rucola"?
Bauletto? Vele? E il letto di rucola? Sarà l’ultima frontiera dell’ortopedia, boh!
Io non voglio vivere in un mondo in cui per convincerti che sei un privilegiato ti servono dei "prismi di rana pescatrice con giardinetto di legumi al vapore". Ma davvero ci siamo ridotti così? La chiamano arte culinaria, stile, glamour, ma è un insulto alla nostra intelligenza, l’emblema di una vita che si finge elegante e ci prende per i fondelli.
Quando verso le 10 di sera sei ancora drammaticamente inchiodato al tavolo e pensi che mai più andrai a un matrimonio, cerchi conforto nel menu sperando che le portate siano finite.
Invece no, c’è ancora il "dialogo di frutta". Non mi posso certo perdere una nespola che discute amabilmente con due banane dell’Honduras!
Faccio preghiera ai futuri sposi di rendere il loro menu matrimoniale meno offensivo e più sincero nei confronti degli invitati.
Basta farsi quattro chiacchiere col titolare del ristorante e dirgli di scrivere bruschetta-al-pomodoro, pasta-e-ceci, fettina-di-vitello-con-lattuga, mandarini-e-ananas, torta-alla-crema. Il matrimonio non perderà un grammo di lustro e ne guadagnerà l’immagine degli sposi.
6 commenti:
A proposito del" dialogo di frutta" m'è capitato ad assistere a una scenetta tra il comico e il serio. A un pranzo matrimoniale qualche invitato, forse per non offendere la suscettibilità degli sposi, si è disposto in silenzio ad osservare il piatto di frutta nell'improbabile possibiltà di ascoltare qualche parola. Forse colpa della stanchezza o dell'alcool. Certo, sono cose ....dell'altro mondo
in quelle occasioni è già tanto se c'è dialogo tra gli umani. ;-)
a me piaceva tanto l'idea del "buffet dei dolci", ma me lo sono perso
...
non accontentarti di un volgare buffet, pretendi dallo chef una "cascata gargantuesca di delizie, affrescate con pioggia di cacao e gocce di rum afrodisiaco".
ma almeno un'"amalgama di ricotta, zucchero, semola e aromi naturali avvolta da veli di pasta sfoglia" sono riuscita a prenderla
a un mio amico servirono una delicata mousse di grani orientali accompagnata da una purea di bacche boschive (polenta con marmellata di miritlli).
Posta un commento