Vorrei che Tafazzi si recasse nelle sedi di Rifondazione e dei Comunisti Italiani per rendere omaggio agli allievi che hanno superato il maestro.
Con garbo e puntualità essi hanno svolto un eccellente lavoro sia nel 1998 che nel 2007. Bisogna lodare prima di tutto la pazienza: saper aspettare nove anni non è da tutti, ma i comunisti ci sono riusciti e hanno riproposto il loro numero con la stessa brillantezza degli anni ’90.
Poi va elogiato il loro senso del ritmo, il tempo teatrale che evidentemente posseggono come qualità innata. Ti fanno assaporare un governo disposto a cambiare le cose, ti fanno intravedere nuove conquiste sociali e sul più bello zac!, calano il sipario. È o non è pura genialità scenica che ti lascia una piacevole acquolina in bocca?
Il terzo pregio è la capacità di accontentarsi: con i comunisti scordatevi l’ingordigia del potere e l’attaccamento alla poltrona. Dopo cinque anni di lotta pazzesca a Berlusconi, dopo i girotondi e le primarie, dopo il mastodontico programma dell’Unione, a loro basta governare otto mesi. Un assaggio, un tocco di “classe” e voilà! Questo, cari amici elettori, è fair play politico, è democrazia dell’alternanza, è galateo istituzionale.
Un elogio anche al loro animo buono. Aizzano, inveiscono, si azzannano pure tra di loro, però non perdono mai l'indole da paciocconi. È per questo che dopo anni di lotte intestine Bertinotti e Diliberto si sono distribuiti i traditori esattamente uno per parte. Ma sì, facciamo fifty-fifty e non ne parliamo più! Anzi, torniamo sotto lo stesso tetto ché si risparmia sull’affitto.
Stessa cosa con gli Usa. Fanno i cattivoni ma in realtà non vedono l’ora di spalancare le porte a un nuovo governo che, qualunque esso sia, certamente sarà più accondiscendente con gli americani.
Certo a volte combinano qualche marachella, si fanno prendere dall’impulso giocoso e buttano giù un governo pensando ai Talebani e dimenticando il quadro d’insieme: le riforme economiche, le liberalizzazioni, il conflitto di interessi, la legge sulle tv, la lotta all’evasione e al terrorismo, la svaticanizzazione dello Stato, la politica dei redditi, la ripresa economica e così via.
Ma i comunisti non se la prendono più di tanto perché sanno bene di essere dei bravi guaglioni e che inspiegabilmente ci sarà sempre gente disposta a votarli pur di godersi il prossimo eccitante coup de théatre.
6 commenti:
in questi giorni mi rimbalza sempre la stessa domanda: ma è possibile che il governo possa saltare per due voti? è normale che un ministro ritenga fondamentale, anzi la consideri vitale, una mozione di politica estera? è normale dimettersi dopo essere stati sconfitti su una mozione?
d'altronde il governo era stato già sconfitto in senato e di compartamenti poco esemplari ne avevamo già visti.
ricordate il paladino degli italiani all'estero? De Gregorio?
non per essere maligno, ma sento puzza di "partito democratico" (come se gli altri partiti fossero monarchici, ma oramai la politica la si fa solo a parole e poco con i fatti) visto anche che il nostro ministro degli esteri è uno maggiori esponenti...qualcuno mi sa dare qualche rispsota?
non posso che sottoscrivere le tue parole...
è la realtà dei fatti, purtroppo
oddio, De Gregorio è il personaggio più lugubre del Senato e mi fa senso anche solo nominarlo! Al suo confronto i due "dissidenti" comunisti sono degli angeli
La sinistra non sa o non vuole governare. Abituata com'era all'opposizione ( cioè a fare niente), non sembra matura a responsabilità di governo.Ma io mi domando: che senso ha oggi definirsi comunisti?
Allora propongo una soluzione: invece di mandarli in parlamento, diamo loro una bella fiction. Riusciamo finalmente a far funzionare il governo e per giunta creiamo un serial che fa scomparire Lost, Er e Dottor House messi assieme. Il titolo non mi viene, però: Desperate House-of-people?
ok, purché sul più bello non interrompano la puntata ed escano dalla fiction :-)
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