Reazione indignata della stampa di sinistra ai presunti attentati che le Brigate Rosse preparavano contro Libero, Mediaset, Sky e Il Foglio.
L’Unità, Il Manifesto, Liberazione e il Tg3 si sono appellati al presidente Napolitano affinché venga garantita la par condicio terroristica in modo che anch’essi possano divenire bersagli di formazioni estremiste di destra.
In un documento unitario le quattro testate deplorano l’intollerabile disparità di trattamento da parte delle organizzazioni sovversive, che non avrebbero pianificato alcun progetto distruttivo nei confronti della stampa schierata a sinistra.
Non accettiamo – ha tuonato il direttore dell’Unità, Antonio Padellaro – che i neonazisti ci ignorino malgrado le nostre faziose campagne contro la destra. Per 80 anni, da Gramsci a Travaglio, l'abbiamo massacrata in ogni modo, eppure adesso sono Feltri e Ferrara che, a parti invertite, si prendono tutto il merito e si godono il ritorno d’immagine.
Addirittura imbufalito Piero Sansonetti, direttore di Liberazione: cosa dobbiamo inventarci più? Il nome del nostro giornale basterebbe da solo a garantirci un attentato di matrice nera, siamo l’organo ufficiale di Rifondazione, il nostro ex direttore Diliberto dice che Berlusconi fa schifo, scriviamo articoli incazzati contro tutto ciò che è moderato e ‘sti rammolliti dei naziskin non ci tirano neanche una molotov? Ma che paese è questo!
Giustissimo - gli fa eco Gabriele Polo, direttore del Manifesto – ci facciamo un mazzo così per sputare su Forza Italia, An, Alessandra Mussolini, Forza Nuova e gli Usa, ogni giorno tiriamo fuori dal cilindro titoli che neanche Oscar Wilde e cosa ne ricaviamo? Vabbè, io mi porto addosso ‘sto cognome del cavolo, però ce la metto tutta per rinnegarlo.
Antonio Di Bella, direttore del Tg3, ha parlato al telefono con Romano Prodi invocando l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e alle minacce terroristiche. Ho detto al presidente del consiglio – spiega – che l’omissione di ricatti e l’assenza di piani terroristici a noi indirizzati svilisce il nostro spessore editoriale e politico. Se il governo non prenderà provvedimenti ricorrerò all’Antitrust per porre fine all’andamento a senso unico del mercato brigatista.
4 commenti:
Uno spasso! :D
Sono aspirazioni giustissime.
Noi intanto, per non lasciarli scontenti, stamattina abbiamo scritto a Unità, Manifesto e (non Tg ma) Radio3 per segnalare Operazione Antonto (e non solo a loro... domani molte redazioni ci bene-/malediranno).
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...complimenti per il modo con cui hai posto lo spinoso problema dei presunti brigatisti.
io vi pongo una domanda:
Hanno arrestato quattro persone perchè distribuivano volantini a sostegno delle Brigate Rosse. Dopo due giorni le hanno rilasciate. Nulla da obiettare. Ma se ci fosse la stessa severità nei confronti del vertice Telecom, dei manager di Stato che hanno trasformato le aziende in scolapasta e delle amministrazioni corrotte quanti ne dovrebbero arrestare?
mi sembra che il problema della brigate rosse sia stato molto enfatizzato, non credete?
oddio, meglio enfatizzare che tralasciare. Però hai ragione sui manager che fanno i furbi in aziende come Trenitalia, Alitalia, Autostrade, producendo danni che ricadono sempre su di noi e mai su di loro.
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